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FMI SBLOCCA 400 MILIONI PER L’UCRAINA: L’ULTIMA TRANCHE CHE FA LA DIFFERENZA?

Amici lettori, appassionati di scenari internazionali e conti che devono tornare, attenzione! Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha appena acceso la luce verde su un’altra fetta consistente di Finanziamenti Internazionali destinati all’Ucraina. Sul tavolo ci sono 400 milioni di dollari freschi, erogati attraverso l’Extended Fund Facility (EFF), quel salvagente pensato apposta per economie che navigano in acque agitate. Ma, diciamocelo francamente, cosa rappresentano davvero queste cifre per un Paese ancora stretto nella morsa della Guerra Ucraina? Sono la vera boccata d’ossigeno che Kyiv aspettava o solo una pacca sulla spalla mentre la salita resta ripidissima? Proviamo a fare un po’ di chiarezza insieme.

Partiamo dal concreto. Questi 400 milioni non piovono dal cielo. Si inseriscono in un disegno molto più ampio: un piano quadriennale da 15,6 miliardi di dollari studiato per tenere in piedi il bilancio ucraino. Immaginatelo come un robusto cavo d’acciaio lanciato verso una nave in difficoltà. Con quest’ultima erogazione, come ci ricorda anche The Kyiv Independent, il totale degli Aiuti Economici Ucraina effettivamente incassati tramite questo specifico programma sale a 10,1 miliardi di dollari. Non è poco, siamo d’accordo. Si tratta dell’ultima *tranche* deliberata in questo ciclo di revisione, ma l’accordo quadro prevede che il flusso di Sostegno Internazionale continui.

La numero uno dell’FMI, Kristalina Georgieva, non ha usato giri di parole. “La guerra scatenata dalla Russia continua ad avere un impatto socio-economico devastante sull’Ucraina”, ha dichiarato. Ogni giorno che passa, le ferite si fanno più profonde, non solo sul terreno martoriato dai combattimenti, ma anche nel tessuto vivo dell’Economia Ucraina e della società.

Eppure, nonostante questo quadro a tinte fosche, la stessa Georgieva ha voluto mettere un accento su un punto fondamentale: l’economia del Paese ha mostrato una capacità di resistere quasi sorprendente. Pensate a un albero che, pur sferzato da venti impetuosi, resta ancorato al suolo. L’Ucraina economica, per certi versi, è così. Ciononostante, non possiamo illuderci. Le sfide all’orizzonte sono imponenti.

“L’economia (ucraina) è rimasta resiliente, ma si prevede che il recente rallentamento della crescita persisterà nel 2025”, ha ammesso Georgieva. Quali sono questi “venti contrari”? Due macigni, principalmente: il fabbisogno energetico, messo a durissima prova dai continui raid russi contro le infrastrutture vitali, e un mercato del lavoro “teso”, come un elastico tirato allo spasimo, svuotato da milioni di profughi e dalla mobilitazione militare. Trovare personale, soprattutto qualificato, sta diventando un’impresa ardua. È un po’ come tentare di riparare un tetto sotto un diluvio incessante, con pochi operai disponibili.

Spostiamoci su un altro fronte caldo: la politica monetaria. L’Inflazione Ucraina, quel nemico silenzioso che ci svuota le tasche, ha rialzato la testa. Nel 2024, ha corso più del previsto, accelerando fino al 12%. Un segnale d’allarme che non si può certo ignorare. Ecco perché la direttrice dell’FMI ha mandato un messaggio chiaro alla Banca Nazionale Ucraina (NBU), invitandola a “essere pronta ad agire ulteriormente” se le pressioni sui prezzi dovessero intensificarsi. Un richiamo alla cautela, a tenere il timone ben saldo.

E la Banca Nazionale Ucraina non è rimasta con le mani in mano. Di recente, ha infatti deciso di aumentare il tasso d’interesse di riferimento, portandolo dal 14,5% al 15,5% annuo. È la classica mossa per provare a “raffreddare” l’economia, rendendo il denaro più caro e, si spera, frenando la spinta inflazionistica. Ma è una coperta sempre troppo corta: tassi più alti possono sì calmierare i prezzi, ma rischiano anche di frenare una crescita economica già fragile. Un vero funambolo su un filo sottile.

Ma allora, questi fondi dell’FMI, in soldoni, a cosa servono? Gli obiettivi sono dichiarati e non certo modesti:

1. Stabilizzare l’economia: Dare ossigeno alle casse dello Stato per pagare stipendi, pensioni, garantire i servizi essenziali. È il supporto vitale per non far spegnere il motore.

2. Sostenere la ripresa post-bellica: Anche se le armi non tacciono, bisogna già guardare al domani. Questi fondi aiutano a gettare le basi per la futura Ricostruzione Ucraina.

3. Promuovere crescita e avvicinamento all’UE: Kyiv ha gli occhi puntati sull’Europa. I fondi FMI, spesso vincolati a riforme, aiutano l’Ucraina ad allinearsi agli standard europei, facilitando il percorso verso l’Adesione UE Ucraina.

Sono tasselli essenziali per costruire il futuro, un futuro che, nelle speranze di molti, si scrive dentro i confini dell’Unione Europea.

Senza tanti giri di parole: senza i Finanziamenti Internazionali, l’Ucraina rischierebbe il collasso sotto il peso insostenibile dell’invasione russa. La Guerra Ucraina è un buco nero che inghiotte risorse a un ritmo spaventoso. L’anno scorso, Kyiv ha ricevuto ben 42,5 miliardi di dollari di Aiuti Economici Ucraina. Una cifra che fa impressione, vero? Eppure, la realtà ci dice che potrebbe non bastare.

Il Ministero delle Finanze ucraino lo ha già detto chiaramente: per il 2025, serviranno almeno altri 12 miliardi di dollari *in più* rispetto a quanto già in cantiere o sperato. La pressione sull’Economia Ucraina è palpabile e continua a crescere.

Questi 400 milioni dall’FMI sono quindi ossigeno prezioso, un segnale importante che il Sostegno Internazionale non si ferma. Ma la strada per la sopravvivenza economica, per la Ricostruzione Ucraina e per un futuro di pace e sviluppo resta terribilmente lunga e piena di incognite. Ogni contributo conta, ogni dollaro può fare la differenza. Noi continueremo a seguire da vicino questa partita complessa, sperando in giorni migliori per l’Ucraina.

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