Allora, mettiamoci comodi e parliamoci chiaro: la matassa della Guerra Ucraina è più ingarbugliata che mai, non trovate? Dal Cremlino, con una certa regolarità, arrivano segnali che a volte sembrano aperture, altre volte autentici rompicapo. L’ultima “genialata” attribuita a Putin? Beh, diciamo che a Kiev non hanno stappato lo spumante, anzi. L’ipotesi di un’Amministrazione Temporanea ONU per orchestrare delle fantomatiche Elezioni Ucraina “democratiche” ha fatto storcere il naso a molti, per usare un eufemismo. L’idea di fondo, secondo Mosca, sarebbe spianare la strada a negoziati per un agognato Trattato di Pace. Bello sulla carta, vero? Peccato che l’Ucraina, scottata da esperienze passate, veda in queste mosse solo fumo negli occhi. Siete pronti a capire perché la Reazione Ucraina è stata così gelida?
Immaginate per un attimo: le Nazioni Unite che prendono temporaneamente le redini dell’Ucraina, garantendo elezioni “libere e giuste”. Questo è il succo della proposta che Vladimir Putin avrebbe messo sul piatto, stando a quanto riportato dall’agenzia di stato russa TASS. L’obiettivo dichiarato? Creare, quasi per magia, il clima ideale per un dialogo che culmini in un Trattato di Pace. Sembrerebbe quasi un tentativo costruttivo di sbloccare l’impasse, no? Un ramoscello d’ulivo diplomatico?
Eppure, chi segue da vicino le montagne russe di questo conflitto sa bene che il diavolo, come sempre, si nasconde nei dettagli più insidiosi. Perché proprio ora queste Condizioni Pace Putin? E con quale logica dovrebbe essere Mosca, l’aggressore, a dettare le regole per la democrazia interna di un Paese che ha invaso? Sono domande che sorgono spontanee, quasi istintive. E la leadership ucraina, con Zelensky in testa, non ci ha messo molto a trarre le sue, durissime, conclusioni.
La risposta da Kiev è arrivata come una sferzata d’aria gelida. Andriy Kovalenko, che guida il centro governativo ucraino per la lotta alla disinformazione – un ruolo cruciale di questi tempi – non ha usato giri di parole. Ha bollato l’idea di Putin come l’ennesimo, astuto tentativo del Cremlino di sabotare qualsiasi vero passo verso la fine delle ostilità.
“Putin fa di tutto per ritardare e far deragliare ogni passo verso la pace, semplicemente perché non ha alcun interesse a porre fine alla guerra.”
Parole che pesano come macigni, non credete? Ha poi rincarato la dose, affermando che è proprio questa mancanza di volontà a spiegare il continuo lancio di “queste richieste e proposte folli”. Difficile dargli torto, vista la cronologia degli eventi. E non è l’unico a mostrare i nervi a fior di pelle. Dmytro Lytvyn, consigliere di Zelensky, ha sfoderato un sarcasmo affilato come un bisturi:
“Se Putin fatica ancora una volta a capire con chi deve parlare per fare passi seri verso la fine di questa guerra, forse dovrebbe semplicemente prendere qualche pillola per riattivare la sua attività cerebrale – ammesso che tali pillole abbiano ancora qualche effetto su di lui.”
Una frecciata che la dice lunga sull’esasperazione che serpeggia a Kiev. Ma davvero qualcuno si aspettava una Reazione Ucraina diversa, magia un applauso?
Se la proposta del Cremlino è vista come un miraggio ingannevole, qual è allora la bussola che guida l’Ucraina? Kovalenko è stato cristallino: la vera via per fermare l’aggressione russa viaggia su due binari paralleli e ben definiti. Da un lato, un inasprimento delle Sanzioni Russia, che mordano davvero l’economia di Mosca. Dall’altro, un potenziamento costante e robusto del Supporto Ucraina, sia militare che finanziario. Niente amministrazioni esterne o elezioni sotto tutela, insomma, ma mettere Kiev nelle condizioni di resistere e respingere l’invasore. È una strategia che punta sulla forza e sulla pressione, non su accordi percepiti come trappole.
C’è poi un elefante nella stanza, anzi, sul campo di battaglia: la cruda realtà quotidiana. Mentre si disquisisce di amministrazioni ONU e processi democratici, la Russia non smette di martellare. Lo stesso Lytvyn ha ricordato un dettaglio non trascurabile, anzi, drammaticamente attuale:
“A proposito, solo nelle ultime 24 ore sono stati confermati almeno due attacchi russi che hanno danneggiato l’infrastruttura energetica dell’Ucraina – e questo senza avere ancora tutti i rapporti della giornata.”
Come si può anche solo ipotizzare delle Elezioni Ucraina libere e giuste quando le bombe continuano a piovere e le infrastrutture vitali sono bersagli sistematici? È come cercare di costruire un castello di carte durante un uragano.
Senza contare l’ostacolo, non da poco, della Legge Marziale. La normativa ucraina, infatti, vieta esplicitamente di indire elezioni finché è in vigore lo stato di guerra – attivo, ricordiamolo, dal 24 febbraio 2022, inizio dell’invasione su larga scala. Quindi, la proposta di Putin non è solo politicamente indigesta per Kiev, ma anche giuridicamente inattuabile allo stato attuale. Sembra quasi una mossa studiata apposta per essere respinta, non pensate anche voi? Una sorta di assist al contrario per poter dire “vedete? Non vogliono la pace”.
Questo botta e risposta, ovviamente, non avviene in una bolla. Si inserisce in un quadro internazionale dove i tentativi di mediazione si scontrano con uno scetticismo diffuso. Persino figure come Donald Trump, secondo alcune fonti, avrebbero percepito la riluttanza di Putin ad abbandonare le sue mire massimaliste sull’Ucraina, rendendo ogni discorso su un cessate il fuoco estremamente complesso. Questo non fa che rafforzare la percezione ucraina: le aperture del Cremlino sarebbero solo tatticismi, modi per guadagnare tempo o per proiettare un’immagine dialogante senza reale sostanza.
Tirando le somme, la situazione resta drammaticamente bloccata. Da una parte, Mosca lancia proposte che, pur indossando la maschera della legittimità internazionale (l’egida ONU, le elezioni), vengono lette da Kiev come irricevibili, irrealistiche e, diciamocelo, profondamente insincere. Dall’altra, l’Ucraina tiene il punto: la pace si costruisce respingendo l’aggressore, tramite Sanzioni Russia più efficaci e un robusto Supporto Ucraina, non accettando Condizioni Pace Putin che paiono mirare solo a legittimare l’ingerenza russa sul proprio futuro. La strada verso veri Negoziati Pace appare ancora terribilmente lunga e disseminata di mine, metaforiche e reali. La fiducia è un lontano miraggio, e proposte come questa sembrano solo allontanarla ulteriormente. Resta da vedere quale sarà la prossima mossa su questa tragica scacchiera. Voi che ne pensate? C’è ancora margine per la diplomazia in questa estenuante Guerra Ucraina?