Allora, cosa bolle in pentola a Bruxelles? Sembra che l’Unione Europea non abbia la minima intenzione di allentare la presa su Mosca. Voci di corridoio, ma di quelle piuttosto affidabili da fonti diplomatiche, parlano chiaro: è in cantiere il diciassettesimo pacchetto di sanzioni UE Russia. Proprio così, il diciassettesimo! Ma non corriamo troppo: siamo ancora ai blocchi di partenza di quella che si preannuncia come l’ennesima mossa nella complessa partita a scacchi della geopolitica globale, scatenata dalla guerra Ucraina.
Questo nuovo round di misure restrittive si inserisce nel quadro più ampio della politica estera UE, un tentativo costante di rispondere alle azioni del Cremlino. La Commissione Europea, insieme al braccio diplomatico dell’UE (il SEAE), ha iniziato a lavorare sottotraccia. Ma perché tanta discrezione? Semplice: il percorso è tutt’altro che lineare. Come un sentiero di montagna, è influenzato da mille fattori esterni, non ultima l’evoluzione dei delicatissimi equilibri nella diplomazia internazionale.
Diciamocelo chiaramente: non aspettatevi annunci ufficiali domani mattina. Il lavoro è in una fase molto, molto iniziale,
ci sussurrano da dentro le istituzioni. Le tempistiche? Un vero rebus. Qualcuno azzarda l’inizio dell’estate per vedere proposte concrete, ma altri frenano, definendo ogni ipotesi troppo speculativa
. Il motivo di questa cautela è legato a doppio filo ai possibili negoziati tra Stati Uniti, Russia e Ucraina. Insomma, a Bruxelles si lavora, ma con un occhio sempre puntato sugli sviluppi internazionali, perché ogni mossa sulle sanzioni UE Russia deve essere calibrata con precisione chirurgica.
Ma attenzione, non è solo il diciassettesimo pacchetto sanzioni a tenere banco. C’è un’altra partita che si gioca in parallelo, quasi una sorta di spin-off: quella sui fertilizzanti russi. Proprio in questi giorni, i rappresentanti permanenti dei 27 hanno trovato un’intesa per introdurre dazi punitivi sulle importazioni di questi prodotti dalla Russia e dalla Bielorussia. Tecnicamente è una misura distinta, ma politicamente fa parte della stessa strategia: aggiungere un altro strumento alla cassetta degli attrezzi europea per aumentare la pressione economica sul Cremlino. Sarà una mossa efficace? O rischierà di ritorcersi contro gli stessi agricoltori europei? Domande aperte, le cui risposte arriveranno solo col tempo.
E il Cremlino come risponde a questa prospettiva? Mosca ha messo le carte in tavola, soprattutto per quanto riguarda l’export agroalimentare russo. La linea è netta: se volete che appoggiamo iniziative per facilitare l’esportazione dei nostri prodotti agricoli e dei nostri fertilizzanti russi, dovete prima rimuovere le sanzioni che colpiscono il settore. Nel mirino ci sono in particolare le restrizioni contro la Rosselkhozbank (la banca agricola russa) e altre istituzioni finanziarie. La richiesta è perentoria: riconnessione al sistema SWIFT e via libera alle operazioni internazionali. Mosca usa le sue risorse come potente leva negoziale, un messaggio chiaro nel dialogo a distanza con l’Occidente.
Questo potenziale nuovo pacchetto si aggiungerebbe a una lunga serie di misure adottate dall’inizio dell’invasione su larga scala della guerra Ucraina. Ricordiamo come i pacchetti precedenti abbiano progressivamente alzato il tiro, arrivando a colpire anche aziende di paesi terzi accusate di aiutare l’aggiramento delle sanzioni, e persino mettendo nel mirino il GNL russo (Gas Naturale Liquefatto), un settore finora toccato solo marginalmente. È una strategia di logoramento, un tentativo costante di rendere il costo del conflitto insostenibile per Mosca.
Non dimentichiamo, infine, il contesto generale: le sanzioni sono uno degli strumenti principali del sostegno Ucraina da parte dell’UE. L’impegno a supportare Kiev “per tutto il tempo necessario” è stato ribadito più volte, e si traduce non solo in misure restrittive contro la Russia, ma anche in aiuti militari, finanziari ed energetici a favore dell’Ucraina. Le sanzioni sono il ‘bastone’, accompagnato dalla ‘carota’ degli aiuti. Ma quanto potrà durare questo sforzo combinato, considerando le sfide economiche interne all’UE?
Insomma, la situazione è un vero e proprio labirinto geopolitico. Da un lato, Bruxelles prepara nuove mosse nel capitolo sanzioni UE Russia; dall’altro, Mosca risponde colpo su colpo usando le sue leve economiche, come l’export agroalimentare russo e i fertilizzanti russi, chiedendo la rimozione di ostacoli come le sanzioni su Rosselkhozbank e l’esclusione da SWIFT. Sullo sfondo, la diplomazia internazionale continua a tessere la sua tela e la guerra Ucraina prosegue. Il diciassettesimo pacchetto sanzioni vedrà la luce? E con quali effetti reali? La partita, orchestrata dalla Commissione Europea e influenzata dalla politica estera UE e dal necessario sostegno Ucraina, è ancora tutta da giocare.